READY PLAYER ONE

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«Questo è Oasis: un intero universo virtuale. Si può fare tutto, essere chiunque, senza andare da nessuna parte» 

“Ready Player One” è un film del 2018 diretto da Steven Spielberg (ricordato per, tra i molti, Lo Squalo, E.T., Jurassic Park). Non proprio un regista qualsiasi, in questa pellicola Spielberg riesce a correlare in un mondo futuristico la realtà virtuale con quella fisica inserendo, in diverse occasioni, alcuni riferimenti classicisti del passato. 

Il protagonista del film è Wade Owen Watts, interpretato da Tye Sheridan; un giovane attore emergente di Hollywood già visto, tra i diversi, in “X-Men Apocalypse”. A fare da cornice al protagonista abbiamo Samantha Evelyn Cook, interpretata da Olvia Cooke (Ouija), Helen Harris (Lena Waithe), Daito (Win Morisaki) e Sho (Philip Zao): un giovane cast per questa pellicola “hollywodiana”. A completare il cast del film vi sono 2 attori con una “certa esperienza”: Nolan Sorrento (interpretato da Ben Medelsohn, “Rogue One: A Star Wars Story”), il villain del film, e Ogden Morrow (interpretato da Simon Pegg, “Paul”), il “bibliotecario” del film. 

In un mondo devastato dall’inquinamento e dalla sovrappopolazione, la necessità di una “via di fuga” o di una seconda realtà è pressoché fondamentale: la ricetta per questa esigenza si chiama “Oasis”. Una realtà virtuale, raggiungibile da chiunque, ove ognuno interpreta (proprio come in un videogame) un personaggio a sua scelta, che può personalizzare a piacimento: è questo il caso di Wade Watts che in Oasis è chiamato “Parzival”, come il cavaliere della tavola rotonda. Come lui, molte altre persone trovano più “conforto” in Oasis che nella povertà della vita reale. In seguito alla morte del creatore di Oasis, James Halliday, molti giocatori si sono cimentati nella conquista dell’Easter Egg del gioco: ovvero, un quarto di trilioni di dollari e il controllo totale di Oasis, ideato proprio dal suo creatore. Tra questi vi è anche la “IOI”, multinazionale guidata da Nolan Sorrento, intenta a conquistare con ogni mezzo le tre chiavi del gioco che portano all’easter egg di Halliday. Ogni chiave si ottiene tramite il superamento di una prova, ovvero, come in un videogame, il completamento di un livello. Wade Watts, insieme al il suo fedele compagno Helen Harris, si troverà ad affrontare diverse situazioni che li coinvolgerà sia in Oasis che nella vita reale per un obbiettivo più grande dell’easter egg stesso. 

La pellicola di carattere futuristica (ma neanche troppo) e fantascientifica ci mostra come potrebbe essere un mondo governato dalla Realtà Virtuale, messa a disposizione a tutta la popolazione. Senza sbilanciarsi troppo tra “reale è meglio di non reale” o viceversa, Spielberg riesce a far coesistere i due mondi realizzati nel film facendone diventare, inoltre, l’uno la causa dell’altra. Con oltre più di 100 riferimenti alla cultura pop degli anni settanta, ottanta e novanta, Ready Player One è quel film che fa salire un po’ di nostalgia a chi ha vissuto a pieno quei periodi. Ma neanche troppo visto che anche un pubblico più “giovane” può ritrovare alcune correlazioni videoludiche degli ultimi anni.  

L’errore più grande sarebbe quello di credere che Ready Player One sia un film incentrato esclusivamente ad un pubblico “nerd” poiché, anche se la conoscenza di quegli anni sia limitata, si riesce a vivere un’avventura in un mondo fantastico, non troppo lontano da ciò che, probabilmente, ci aspetterà nei prossimi anni.